Statistiche Pane al pane - Pane al pane

il Titanic di ieri e il ghiaccio di oggi - Pane al pane

titolo sito
Vai ai contenuti

il Titanic di ieri e il ghiaccio di oggi

articoli


Il Titanic di ieri e il ghiaccio di oggi
L'attivita' magnifica dell'Associazione "Stella Maris"


Il Capitano di lungo corso Luca Ferrerio, pilota di rimorchiatori d'alto mare nel porto di Gladstone in Australia, ha rilasciato questa intervista esclusiva per i lettori de "La Grande Famiglia"
Capitano Ferrerio, il recente premiatissimo film Titanic ha attirato l'attenzione del mondo sui problemi e le tragedie della navigazione. Lei che ha toccato i porti principali di quasi tutto il mondo, ci parli dei problemi della navigazione oggi.
Tra tutti i problemi della vita marinara, quelli che mi interessano di piu' sono quelli che riguardano i lavoratori marittimi e in particolare le forze di lavoro piu' umili.

In che modo e' venuto a conoscenza dei problemi di questa categoria di lavoratori?
Prestando la mia opera di volontario nell'associazione internazionale Stella Maris, che ha per scopo L'Apostolato del Mare.
Questo apostolato e' un'azione della Chiesa a beneficio dei marittimi di qualsiasi nazione, razza o religione.

Quando ha scoperto l'Apostolato del Mare?
Quando ho cominciato a navigare su carboniere che facevano rotta da Savona agli Stati Uniti. Poi sono passato alle navi passeggeri che facevano rotta dall'Inghilterra all'Australia; inoltre ho raggiunto i Caraibi e l'Alaska anche su navi da crociera, toccando in complesso 75 nazioni del mondo.

Qual e' in pratica il suo impegno?
In Australia opero da volontario sotto la direzione di un cappellano. Quando arriva una nave in porto salgo a bordo, prendo contatto con i marittimi e li informo delle diverse attivita' che si svolgono nei centri di accoglienza e, se lo desiderano, li trasporto al centro stesso.

 
Che cosa trovano i marittimi in questi centri?
Oggi le soste delle navi sono molto brevi: si parla di ore. Al centro trovano la cappella, stanze per riposare o sostare per qualche tempo se convalescenti. Vi sono centri con negozi per le prime necessita’, servizi postali, telefoni internazionali, libri , giornali, ristorante, bar sale da biliardo, locali per danze. Il mio centro e’ a carattere ecumenico e collaborano cattolici e protestanti.

 
Mi ha parlato molto di Hong Kong…
A Hong Kong l’Apostolato del Mare ha creato uno dei centri piu’ importanti del mondo: e’ un centro ecumenico in  cui collaborano Cattolici, Protestanti, Chiesa danese e altre confessioni. Data l’importanza mondiale di quel porto, il centro e’ molto frequentato. Dispone di due sedi: un palazzo di tredici piani, con alloggi per i marittimi e una sede piu’ piccola vicino al porto dei container.

 
L’Apostolato del Mare e’ in crescita o in crisi?
Globalmente in crescita; ho partecipato a tre conferenze mondiali: in Africa, negli Stati Uniti e ultimamente nelle Filippine dove sono convenuti 300 delegati da 54 nazioni.

 
Come e’ nato questo grande movimento?
Nel 1891 l’Apostolato della preghiera ha cominciato a interessarsi della gente di mare portando su 12 navi della stampa religiosa. Poi la Societa’ di S. Vincenzo de Paoli si e’ preso cura dei marittimi nel porto di Bristol. Nel 1920 ha preso il via un’iniziativa cattolica dello stesso tipo, nel porto di Glascow e due anni dopo il Papa Pio XI ha benedetto l’iniziativa. Nel 1952 la Costituzione apostolica “Exul familia” ha elevato l’Apostolato del Mare a ministero ufficiale della Chiesa con sede in Roma.

 
E’ ancora di grande attualita’ l’azione dell’Apostolato del Mare?
In poche parole i marittimi si possono definire gli schiavi del duemila. La maggior parte viene dai paesi del terzo mondo e sono sfruttati duramente. Hanno contratti di lavoro anche per dodici mesi ininterrotti, su navi dette “carrette del mare”, in cui le condizioni di vita e di igiene sono al limite. Certi armatori, indebitati, fuggono abbandonando navi e equipaggi. Le bandiere ombra oggi sono molte ed e’ sempre maggiore il numero dello loro vittime che l”Apostolato del mare cerca di soccorere.

 
E sulle navi da crociera come stanno le cose?
Sopraccoperta tutto e’ bello e luccicante, ma gli equipaggi sovente sono molto sacrificati(fino a dieci per cabina) e hanno orari stressanti di dodici e piu’ ore di lavoro. Le soste nei porti sono brevissime e l’accoglienza dei nuovi turisti esige un lavoro assillante. Le paghe sono misere e quando vengono sbarcati non hanno alcuna forma di assistenza.

 
Dunque sopraccoperta balli tra musiche e gioielli e sottocoperta fatica, sfruttamento, abbandono. Il Titanic comparso nell’ultimo film e’ affondato per l’urto contro una montagna di ghiaccio materiale; ma a quanto pare, tante belle navi di oggi portano in seno blocchi di ghiaccio morale, cioe’ lo sfuttamento dei piu’ deboli.
E’ triste, ma e’ cosi’. L’Apostolato del Mare ha bisogno di tanti volontari per liberare tanti schiavi. Il direttore nazionale dell’Apostolato del Mare per l’Italia e’ Mons. Costantino Stefanetti – Piazza di Negro 6/4 – 16126 Genova – Tel/fax 010 265837

 
lL’Apostolato del Mare che pratica a livello mondiale la carita’ dell’accoglienza e’ un modello anche per chi vive del mare delle colline o della pianura, in cui nuotano  i poveretti del terzo mondo.
Ho il piacere di informare  i nostril lettori che il capitano Luca Ferrerio, dopo questa intervista, ha deciso di lasciare il suo lavoro in Australia per dedicarsi totalmente all’Apostolato del Mare, in qualita’ di cappellano laico, nel centro di accoglienza di Hong Kong. Ieri portava grandi navi nelle acque sicure del porto; oggi accompagna gli schaivi del duemila nei centri di accoglienza, dove si trovano le acque calme e sicure di un abbraccio fraterno, in nome di Dio.
Caro capitano grazie e mille auguri.
 
Corrado Camandone

Articolo apparso su
LA GRANDE FAMIGLIA
Anno XLVII - N. 5 - Maggio 1998

Torna ai contenuti