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La quarta rivoluzione

Sociologia
LA  QUARTA  RIVOLUZIONE

       

        I nostri tempi non sono certamente tranquilli. Una serie di novità materiali, come certe invenzioni, è accompagnata da una serie di nuove idee che entrano in conflitto con quelle precedenti.

        Quando i cambiamenti della società sono molti e vistosi, si dice che c’è una rivoluzione, e gli studiosi di sociologia ci dicono che oggi siamo coinvolti nella quarta rivoluzione.  La prima sarebbe rappresentata dall’Umanesimo che ha segnato la fine del Medioevo ed ha avuto un seguito nel Rinascimento e nella rivoluzione protestante. La seconda è la rivoluzione francese del 1789. La terza è la rivoluzione comunista del 1917.  La quarta, quella attuale, è iniziata intorno al 1968.

        E’ la rivoluzione più grande perché investe tanti aspetti della vita e agita più o meno tutto il mondo, ormai avvolto in una rete di comunicazioni e di rapporti chiamata globalizzazione.  Certamente l’assetto attuale del mondo è inquinato da ingiustizie, egoismo e violenze; ma un conto è correggere e un conto è distruggere tutto.  Per capire qualcosa di questa rivoluzione molto complessa, si può dire intanto che è guastata delle sue contraddizioni. Parte da un’ingenua riscoperta della libertà e in nome di questa rifiuta tutto ciò che le pone dei limiti: le leggi e addirittura lo Stato.  I caporioni di questa ribellione sognano una libertà diversa, fatta di piccoli gruppi, tipo tribù, in cui si vivrebbe liberi, in pace e d’accordo, anche sotto la tutela di uno stregone. Per raggiungere questo scopo hanno pensato di fare atti dimostrativi di aperta violazione delle leggi, quali occupazioni di scuole, interventi contro la polizia, prelievi proletari nei mercati, attentati, uso della musica e dell’arte per diffondere il sentimento di ribellione e creare isole di propaganda antilegale come i centri sociali.

        Si servono di tutti i mezzi del progresso tecnico, figlio del passato, per combattere tutte le idee e i valori, che sono pure figli del passato. Perciò guerra allo Stato, alla Chiesa, e furore distruttivo su tutto ciò che sa di conservazione, come l’idea di famiglia naturale, di legge, di autorità, di proprietà, addirittura di cultura.

        E’ il tentativo di tradurre nella realtà l’infausta profezia del povero Nietzsche che scrisse; “Dopo di me, tutto ciò che è stato ritenuto bene, sarà  ritenuto male e viceversa”. Nell’allucinante confusione mentale di questi rivoluzionari nasce una non-filosofia (dato che c’è il rifiuto del buonsenso) in cui si parla di analfabetismo volontario. Affermazione che può fare solo chi vuole trasformare il mondo in una gabbia di pazzi che si autodistruggono.

        Chi vuole aiutare il terzo mondo ad uscire dalla fame e dalla morte, va nei poveri villaggi e, per prima cosa, crea un pozzo per l’acqua e una scuola. Il pozzo per la vita del corpo, come gli animali, e la scuola per tutto il resto che migliora la vita umana. Come fanno i missionari.


        Oltre l’analfabetismo volontario, vi sono altre affermazioni che dimostrano la più satanica perfidia che mira a distrugge i significati delle parole, per cui è impossibile ogni dialogo fondato sul comune buonsenso.

        Parlano di materialismo spirituale, espressione che fino ad oggi corrisponde a circolo quadrato, ghiaccio bollente, il futuro giorno di ieri. Per secoli – e anche oggi – si è ritenuto che  “materia” è qualcosa di diverso, distinto, incompatibile con “spirito”..

        Altra perla antilogica: nichilismo creativo. Ma il nulla non crea nulla. Se uno comincia a costruire una casa senza aver fatto prima il disegno, mentre crea fondamenti e muri, crea mentalmente il relativo disegno; quindi non è vero che possa venire qualcosa dal nulla.

        Altra sciocchezza: la natura non ha leggi, ma soltanto abitudini. Ma abitudine significa ripetizione dello stesso atto tante volte, e ciò si può definire regola o legge. E’ una frase che equivale a quest’altra: l’asino non avanza, cammina.

        Altra affermazione ingenua e distruttiva: la morale è una norma che ciascuno crea per conto suo.  Ma com’è possibile la convivenza pacifica in quelle tribù che dovrebbero sostituire la famiglia, con donne, figli, animali in comune, se non c’è la rinuncia all’opinione personale e la soggezione alla regia dello stregone? La morale non può essere un orientamento personale diverso o in contrasto con gli altri, ma una stessa norma valida per tutti di origine divina o umana. Intanto si deve rispettare la legge, scoperta dalla ragione, fondata sulla natura. Ma lo spirito malefico della quarta rivoluzione sta guastando la cultura e la morale europea, proprio violando la legge di natura, con la legalizzazione di aborto, divorzio, unioni libere anche omosessuali, soppressione di embrioni, eutanasia, prostituzione, pedofilia, droga libera e addirittura creazione di mostri umanoidi-animali.

        Chi si oppone a  queste leggi è bollato come “conservatore”, mentre dovrebbe essere benedetto proprio perché conservatore del buonsenso. Mentre è sentita la necessità di conservare la natura, nido necessario per la vita umana materiale, si rifiutano i valori su cui si fonda la vita spirituale dell’uomo. Noi che siamo conservatori del fuoco, della ruota, dell’elettricità, della radio, dobbiamo conservare le scoperte sulla natura della mente umana, fatta di intelligenza, fantasia, volontà, libertà, istinti, per sviluppare certe facoltà e controllare gli istinti che, oltre un certo limite, danneggiano la vita personale e la società.

        La Chiesa è la benedetta conservatrice dei valori positivi, rispettosi delle leggi di natura, e propone a tutti i valori su cui si fonda il nostro rapporto con Dio. Una società che sia conservatrice di tutte le scoperte materiali, ma rifiuti le scoperte della vita spirituale torna, in certo senso, all’epoca delle caverne, con la differenza che allora le pietre e le frecce facevano poco male al nemico, mentre oggi l’atomica può fare una catastrofe. Una società forte materialmente, ma debole o cieca spiritualmente è simile ad un gigante pazzo.

        Chi vuole salvare la civiltà deve rifiutare la quarta rivoluzione.

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