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tolleranza zero per i bulli nella scuola

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TOLLERANZA  ZERO
per i bulli nella scuola


       I ragazzi non nascono bulli. Tutti i bambini nascono come una lavagna sulla quale nulla è scritto. L’ambiente in cui crescono scrive le parole che poi diventeranno azioni. Nel mistero dell’anima umana ci dev’essere anche lo spirito della distruzione. Ogni tanto uno squilibrato sfregia le pitture nei musei, prende a martellate i monumenti o la Pietà di Michelangelo. Forse, sentendosi nulla, questi poveretti pensano di diventare qualcuno quando molti parleranno di loro, quando nomi e foto compariranno sui giornali o sugli schermi. Piuttosto che essere nulla, almeno apparire, sia pure in veste di delinquenti. “APPARIRE”, il grande pallone gonfiato di parole che attira ancora i poveri di spirito.

        E i ragazzi imparano e copiano. Oggi non basta più apparire sul palco del teatrino parrocchiale o sul giornaletto locale; oggi c’è il grande palco dove amano comparire gli adulti: la televisione e internet.

      


        Una terribile malattia della mentalità attuale si chiama “apparenza”: ciò che non appare sopra uno schermo elettronico non esiste, sia persona o cosa. La verità è che sopra gli schermi compaiono le immagini di grandi uomini e di cretini, pari a quelli che non compaiono.  I ragazzi copiano tutto e, pur di comparire su uno schermo elettronico, fanno stranezze, violenze e disastri, come quello di devastare la propria scuola.  Rimedio a tali misfatti non possono essere soltanto parole, occorrono decisioni serie e adeguate. Ottima la proposta del nuovo ministro dell’Istruzione che concede al consiglio d’Istituto la facoltà di bocciare i ragazzi distruttori, anche se hanno bei voti in tutte le materie. La prospettiva di perdere un anno di scuola può spegnere i progetti folli. Proposta ottima e logica perché il fine della cultura è di formare uomini che sappiano vivere, non vivacchiare, che lascino vivere gli altri e soprattutto che aiutino altri a vivere.  Altro che distruggere banchi, cattedre e bagni!

        Decisione più che saggia che fa dimenticare i momenti di smarrimento della ragione quando un Ministro (della maleducazione?) aveva proposto di eliminare il voto di condotta. Poveretto, mon aveva capito che la stessa Costituzione è una “regola di condotta” e chi la trasgredisce è un essere antisociale, a cento o a dieci anni, e dev’essere ricondotto alla ragione.

        C’è da sperare che le solite lagne pietistiche o trovatelle pseudo-pedagogiche non impediscano la pubblicazione di tale legge sacrosanta.


        

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