Statistiche Pane al pane - Pane al pane

pugni chiusi e mani aperte - Pane al pane

titolo sito
Vai ai contenuti

pugni chiusi e mani aperte

articoli
PUGNI  CHIUSI
e mani aperte


Siamo nel tribunale di Albenga, una bella costruzione, dignitosa, funzionale, elegante, L’atrio e il grande ambulacro è tutto un andirivieni di avvocati di ogni età, portatori di cartelle colme di documenti. I convocati, accusatori o accusati, si muovono più lentamente o stanno seduti ai lati del grande corridoio, con l’espressione ansiosa o rassegnata di chi all’ospedale attende la sentenza dei medici, dai quali apprende se deve uscire dal tribunale vivo o morto, vincente o sconfitto.

        Inizia un processo penale. Il Giudice di Pace è come il celebrante del rito della Giustizia e gli avvocati, con toga nera e fiocchi dorati, sono i concelebranti. C’è anche il Pubblico Ministero. Accanto alla cattedra c’è la sedia di chi è convocato dopo aver fatto il giuramento di rito. Ogni giuramento ha qualcosa di sacro, a qualunque religione si appartenga. E’ l’atto che la legge prevede per dare al giudice la possibilità di emettere una sentenza giusta. Se il giuramento è falso, può provocare una sentenza ingiusta, e il grande e costoso apparato della Giustizia danneggia non solo un cittadino, ma tutta la comunità.

In un religioso silenzio il Giudice, con la pazienza del confessore, ascolta le deposizioni, le fa verbalizzare dalla segretaria, e apprende che accusati e accusatori, in quel caso, sono tutti ultraottantenni. Si tratta della contesa per il possesso di pochi metri quadrati di territorio. Ad un certo punto il Giudice crede opportuno proiettare il piccolo problema sul grande schermo della vita e del tempo, con una similitudine illuminante, colma di saggezza: “L’uomo nasce coi pugni chiusi e muore con le mani aperte”.   Cioè nasce coi pugnetti chiusi come pronto per una lotta, per trovare uno spazio tra la folla dei viventi, pronto anche a usare la forza e la violenza per conquistare uno spazio vitale. Muore, invece, con le mani aperte, come simbolo della sua esperienza, dalla quale ha appreso che tante volte ha lottato per cose da nulla e che un po’ di pace vale più di quattro soldi o di un pugno di terra.

Il saggio intervento del Giudice è stato come un lampo di luce tra le nubi della contesa, fabbrica di ansie, sofferenze, rancori, estenuanti attese per la lentezza della Giustizia, che avvantaggia i prepotenti, che passano ai fatti, e danneggia la persone civili, che ricorrono alla Giustizia per non farsi giustizia da sé.

Ad ogni modo, la lezione “si nasce coi pugni chiusi e si muore con le mani aperte” vale anche fuori dai tribunali, anzi, se compresa e applicata, risparmia l’ingresso al tribunale, dal quale è poi difficile liberarsi.

Potenza di poche parole, ricche di psicologia e di pedagogia, usate, a proposito, da un giudice umano e saggio.



Torna ai contenuti