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benedetta divisa, necessaria

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BENEDETTA  DIVISA
necessaria


Nel prossimo anno scolastico scolari e studenti in divisa? Fosse vero! Lode a chi ha lanciato la proposta e al Ministro che l’ha accettata. Non è un tornare indietro: è tornare al buonsenso.
        La nostra società è piena di divise, a cominciare dalle divise delle squadre sportive. I tifosi di una squadra di calcio ne fanno indossare la maglia persino ai piccoli in carrozzella. E’ la dichiarazione pubblica, gioiosa, orgogliosa di appartenere ad un gruppo sportivo. E’ un onore indossare la divisa di alpino, bersagliere, carabiniere, vigile del fuoco, crocerossina, la toga di avvocato, l’alta uniforme di corazziere, e via dicendo. La divisa rappresenta scelta di campo, funzione, unione, collaborazione.

        Non si vede perché il mondo di fondamentale importanza, come quello della scuola, non debba avere una sua divisa. La situazione attuale è uno spettacolo pietoso, non solo vediamo abiti di ogni foggia, ma anche di pessimo gusto, stinti, volutamente macchiati, rattoppati, lacerati, scelti volutamente dal gusto ribellistico dell’adolescenza, piccoli seni e pance scoperte.  C’è il confronto col compagno, e la moda di esibire la stranezza dell’ultimo capo firmato, con spese dannose per la famiglia.

        Non parliamo delle ragazzine che muoiono dalla voglia d’imitare abiti e atteggiamenti delle dive snob o eserciti di veline che corrono in mille per conquistare due posti.  C’è un caso che ha fatto traboccare il vaso: la ragazzina di dodici anni che vendeva ai compagni le sue foto a luci rosse per comprarsi i vestiti all’ultimo grido, che i genitori di buon senso le negavano.

        Una divisa nella scuola significa che, come studenti, tutti hanno uguali diritti e uguali doveri. Non ha importanza la classe sociale a cui si appartiene, proletaria o capitalista; conta solo lo studio, il voto e la condotta.

        Magnifico simbolico esempio è offerto da quelle parrocchie in cui i ragazzi e le ragazze si presentano tutti alla Prima Comunione con una semplice tunica bianca e una crocetta al collo. Non ci sono più le sposine di famiglia ricca, accanto alla modesta gonna della bambina povera.

       
Pare che il Governo voglia proporre e non imporre la divisa a tutte le scuole, ma tale disposizione creerebbe un nuovo polemico confronto tra le scuole “abito libero” e le scuole “divisa”.  E’ meglio l’obbligo di divisa per tutte, con facoltà di piccole variazioni locali. Dato che l’adozione della divisa è certamente un atto educativo, dev’essere equiparato ai programmi ministeriali, obbligatori per tutti, che hanno il compito di educare, con ogni mezzo, le nuove generazioni.

        Non si può entrare in una sala da gioco senza giacca, e si può andare a scuola scamiciati? Un abito serio per un gioco e un abito trascurato per una cosa seria? Via! Prendiamo le decisioni suggerite dal buon senso: la moda divide, la divisa unisce.


      

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