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conservatori e progressisti, paroloni di moda

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CONSERVATORI  E  PROGRESSISTI
paroloni di moda


      
        
Sono paroloni usati spesso da arroganti da quattro soldi che definiscono “progresso”  le loro fantasie o le loro pretese e definiscono “conservatori” quelli che non sono della loro opinione.

        Certi signori progressisti forse non hanno mai riflettuto su quali sono i valori da conservare e quali sono i valori o le leggi da modificare o da rifiutare. Il brutto è che tanta gente di basso livello si presenta come “maestro di pensiero” sui giornali o in televisione.

        Il conservatore saggio ha tre occhi: uno puntato sul passato dal quale vengono tradizioni, costumi e leggi che sono già il risultato di esperienze, errori, sofferenze, correzioni fatte da esseri come noi, dotati di istinti e di ragione. Il secondo occhio è puntato sul presente, con i problemi sempre nuovi propri di una società in evoluzione. Il terzo occhio è puntato, per quando è possibile, sul futuro, perché bisogna riflettere sulle conseguenze che le leggi di oggi avranno sulla società di domani. Esempio: il divorzio piace a chi lo fa, ma danneggia i figli. L’affidamento congiunto è una bella proposta, ma non funziona. L’aborto piace a chi lo fa, ma un innocente perde la vita.

        Il progressista pare che abbia un occhio solo, puntato sul presente. In nome della libertà tende a legalizzare ciò che è più comodo, senza tener conto dell’enorme patrimonio delle generazioni passate che hanno fatto scoperte materiali e spirituali che hanno un grande nome: cultura.

        E’ certo che qualcosa deve sempre cambiare perché in questo consiste il progresso. Però, quando uno vuole una casa nuova, non comincia col distruggere quella vecchia, ma con porre le fondamenta di quella nuova, che andrà ad abitare quando sarà finita.  Questo è il comportamento di un conservatore saggio. L’insipiente, invece, comincia a distruggere e non ha più un tetto che lo ripari dalla pioggia. Questo è il comportamento di tanti progressisti.

        Nella confusione culturale e politica del nostro tempo, si danno da soli la medaglia di progressisti quelli che vogliono manipolare le fonti della vita, cambiare la natura della famiglia, introdurre la violenza nella lotta politica, approvare libero uso della droga (e poi curare i drogati a spese dello Stato, cioè coi soldi dei cittadini che non si drogano), non porre limiti morali alla scienza e alla tecnica, e altre trovate del genere.

        Questi signori bollano come conservatori quelli che non sono della loro idea, conservatori nel senso che sarebbero chiusi al progresso, ignoranti, fermi, paurosi, nemici del benessere e della libertà.  E bollano come modello e roccaforte della conservazione la Chiesa.


        Meno male che c’è ancora la Chiesa, almeno nel suo illuminato e coraggioso Capo e Pastore che difende i valori eterni su cui si fonda ogni vera civiltà umana, nel rispetto delle leggi della natura e delle norme morali scoperte e confermate in secoli di tormentata storia. I  progressisti dicono: “ Tutto quello che si può fare in base alla scienza e alla tecnica è lecito”. I conservatori saggi dicono: “Non è vero: la scienza e la tecnica devono essere limitate dalla morale , cioè si può fare tutto ciò che migliora la vita complessiva dell’uomo e non è lecito fare ciò che è contro la vita”.

        Esempio: la chirurgia può guarire uno zoppo accorciandogli la gamba sana per farlo camminare diritto. Bene. La chirurgia può accorciare una gamba ad una persona normale e renderla zoppa. Male. Può farlo, ma non deve farlo. Tutto qui.

        La conclusione migliore, per chi la comprende, è che ogni uomo dev’essere conservatore dei valori eterni, immutabili, suggeriti dalla coscienza e difesi dalla Chiesa, e progressista nel modo di farli conoscere e rispettare, senza usare violenza alcuna. In tal modo è addirittura dissolta l’antitesi tra conservatori e progressisti.                                                      

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