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cinque in condotta, bene o male

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CINQUE IN CONDOTTA
bene o male


     
 Prima di schierarci, ragioniamo un momento con calma. Cominciamo a riflettere sul fatto che tutti gli uomini nascono selvaggi. Non è un insulto, la ma la constatazione che il cucciolo-uomo nasce con gli istinti necessari per vivere, che vengono giudicati dagli adulti e approvati o corretti.

                Questo fatto è l’educazione, che inizia fin dai primi giorni e continua fin quando il giovane prende coscienza dei suoi istinti e capisce che deve controllarli per vivere bene con se stesso e con gli altri. Deve limitarsi nel cibo per non morire di obesità e non deve aggredire gli altri per non buscarle.

                L’educazione del bambino deve avvenire nella famiglia e nella scuola. Ma, italiano e latino, storia e geografia, matematica e informatica possono preparare un grande delinquente se non sono associate ai programmi di educazione civica e, ancor meglio, di educazione morale e cristiana.

       La finalità della cultura non può essere altra che l’educazione, perché il giovane impari a vivere bene con se stesso, senza distruggersi con la droga, la velocità, il sesso incontrollato. Impari a convivere bene col prossimo, senza disturbare, aggredire o danneggiare. Infine, scopra l’ideale di aiutare gli altri meno fortunati, che hanno bisogno di aiuto.


       Quando la scuola non riesce ad ottenere questi risultati, lo deve dire, per non tradire il giovane e la sua famiglia, come un medico o un ospedale devono dire che non sono in grado di curare una certa malattia, affinché il malato non sia illuso e possa cercare altri rimedi. Ora, la scuola dice che il giovane non ha ancora imparato a convivere civilmente con un giudizio, che è il chiarissimo cinque in condotta. Questo numero e l’obbligo di ripetere l’anno scolastico aiutano il ragazzo a comprendere che è diverso dai compagni che hanno un voto migliore e passano alla classe successiva.

       La riforma che restituisce al voto in condotta tutta la sua importanza è il minimo suggerito dal buon senso e chi la contesta fa parte di quegli ingenui arroganti che, col comodo pretesto della libertà, hanno ignorato o rifiutato la funzione principale, se non unica, della scuola. I libertari che hanno tolto in passato il voto di condotta e la sua forza educativa, dovrebbero chiedere perdono per l’oscuramento della ragione “che ha generato i mostri”, cioè le bande dei ribelli stupidi che allagano o distruggono le scuole, al pari dei veri pazzi che distruggono l’ospedale che li cura e di cui hanno bisogno.

                Benedetto il cinque in condotta con la ripetizione dell’anno scolastico. Riforma logica, necessaria, inviolabile.

        

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