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orologi a molla, progredire tornamdo al passato

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OROLOGI  A  MOLLA
progredire tornando al passato



        Farebbe un grande servizio all’Italia e al mondo chi riuscisse a convincere l’opinione pubblica a sostituire tutti gli orologi da polso e da casa, funzionanti a pile elettriche, con orologi a molla.

        E’ un ritorno al passato che è nello stesso tempo un enorme progresso. Esperti nel campo possono calcolare il consumo di energia occorrente per la produzione e la finale eliminazione delle pile e la spesa per il loro acquisto.

        L’impiego dell’elettricità è adatto per i grandi orologi pubblici, ma dovrebbe essere vietata per tutti gli orologi da polso, da tasca e da casa.  Per gli orologi da polso basta l’azione di cinque secondi per assicurare il movimento di un giorno intero.  Questa minima fatica, che fa parte dell’esercizio fisico tanto raccomandato, non è neppure necessaria per far funzionare l’orologio da polso se dotato del congegno gravitazionale che carica la molla con le normali mosse del braccio.  Per gli orologi da parete o a colonna bastano dieci secondi, ogni otto o più giorni, per caricare le molle delle sfere e della suoneria, oppure per riportare in alto quei pesi intelligenti che sfruttano la forza di gravità, gratuita e non inquinante. Senza contare che i pochi istanti impiegati a caricare gli orologi, ci aiutano a riflettere sulla rapida corsa del tempo, cioè della vita, di cui non si dovrebbe sprecare una briciola.

        L’applicazione dell’energia elettrica a tutte le attività umane, anche le più semplici, è un fatto d’ingenuità infantile. In molti campi l’energia elettrica è
una meraviglia impagabile e assolutamente necessaria; ma è ingenuo, inquinante, diseducativo corrompere i bambini con giocattoli elettrici, bambole, macchinine, animali con movimenti a pile. I giocattoli devono sviluppare e non paralizzare i muscoli dei bambini, devono suggerire i loro movimenti piuttosto che paralizzarli come spettatori di burattini elettric
i.



        
Toccare un bottone per aprire una porta, invece che alzarsi e fare qualche passo, toccare un bottone per stendere o riavvolgere una tenda, invece che muovere le braccia e le mani, sono trovate di un’ingenuità infantile, che paralizzano l’uomo o lo portano a muoversi in palestra, a pagamento, e sottraggono energie elettriche più utili altrove. L’elettricità è come il pane: necessaria per vivere, ma mortale se si fa indigestione.

        Questo discorso dell’orologio a molla è in sintonia col problema di ridurre o eliminare gli imballaggi con cui sono presentate tante merci che possono esser commerciate, come in passato, sfuse, ma ugualmente garantite.

        In questi due campi, come forse in molti altri, il ritorno al passato è un vero progresso, perché mira a correggere gli errori suggeriti dalle eterne tentazioni dell’apparenza, della concorrenza, del guadagno immediato incurante del futuro.

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