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festa di divorzio, artificio poco allegro

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FESTA  DI  DIVORZIO?
artificio poco allegro


      
Da secoli si fa la festa di nozze, perché una nuova famiglia è l’atto con cui l’umanità continua ad esistere. Oggi i matrimoni religiosi e civili diminuiscono, mentre crescono le unioni libere. Però aumentano anche i divorzi e la rottura delle unioni libere. Cioè, il muro che rappresenta la società perde dei mattoni di cui è fatta, vale a dire le famiglie che si disgregano. Quando i buchi sono troppi il muro rischia di crollare.

        La rottura delle famiglie e delle convivenze crea sempre problemi, contrasti, delusioni, sofferenze e processi, quando non provoca reazioni estreme  come omicidio o suicidio.  Per ridurre queste tensioni è nata un’iniziativa particolare: un gruppo di persone esperte segue, consiglia e  assiste i separati perché la crisi non si risolva in tragedia. Certamente la ricerca del minor male è lodevole.

        Però è da evitare il pericolo che questa azione virtuosa attenui o voglia cancellare l’aspetto negativo delle separazioni, che sono fallimenti di scelte fatte nella vita e spesso recano danno e sofferenze a persone innocenti, e specialmente ai figli.

        Ci sarà una cerimonia di divorzio con fiori, pranzo e invitati?  Ci sarà l’ultimo viaggio, la musica, il servizio fotografico e la foto ricordo?

        Oggi, in nome di una certa libertà, idolo dalle molte facce, si usano le stesse cornici per vere opere d’arte e per croste di nessun valore. Si pretende che la cornice dia valore al quadro, come avviene, per esempio, nelle unioni omosessuali. In queste possibili feste rituali di divorzio non si potrà certo invitare il parroco a benedire, né invitare il sindaco con la fascia tricolore a onorare la morte di una famiglia. Si faranno un po’ di chiacchiere più o meno sincere, poi ognuno a casa sua, meno i divorziati che non avranno più una casa “loro”, ma una casa diversa, dove cominciare una vita diversa.

        Il matrimonio è costruzione, il divorzio è distruzione. Nella legislazione italiana vi sono due macchie nere: la libertà di divorziare e di abortire; il divorzio


è contro la famiglia che è la fonte della VITA e l’aborto che è direttamente contro la VITA.  Se l’unione è bene, la separazione è male. Domanda coraggiosa: si può fare “bene” un’azione che è “male”?  Non è come voler fare un circolo quadrato?

        Il grande pericolo oggi presente in vari campi della società è che un’azione negativa compiuta da molte persone diventi costume accettabile. Il bene e il male non si decidono a maggioranza, ma devono essere armonizzati con le leggi di natura che sono inflessibili. Parlando poi di cristiani il problema è risolto alla radice: la legge morale contenuta nel Vangelo e proposta dalla Chiesa è norma sicura, armonizzata con le leggi di natura.

        Non c’è dubbio che i separati, dopo il brusìo della festicciola-cornice, si trovino la sera, soli, con la loro tristezza.

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