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la pillola assasina

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LA  PILLOLA  ASSASSINA


       
        
Nella legislazione italiana vi sono due leggi negative: una contro la famiglia naturale: il divorzio; l’altra contro la vita: l’aborto.   L’aborto è un dramma: lo dicono tutti, sia quelli che l’approvano, sia quelli che lo combattono. Se è un dramma, si deve evitare; piuttosto che uccidere un uomo è meglio non metterlo al mondo.

        Ora si è scoperto un nuovo metodo per uccidere i bambini concepiti: un aborto chimico invece di quello chirurgico: la pillola RU 486  (che si potrebbe chiamare Rovina Umanità), da prendere in ospedale.

In una recente trasmissione TV è stato trattato il problema. Che pena dover ascoltare sette persone che, per il fatto di sedersi davanti ad un microfono, si credono di essere esperte in tutto!  Il problema della vita e della morte è di abissale profondità, e non può essere trattato senza alta cultura e saggezza. Le pulci che vogliono scalare il Monte Bianco fanno tenerezza. La fonte della vita, cioè il matrimonio naturale e stabile, la vita stessa e la morte non sono invenzioni di leggi laiche o religiose, ma leggi di natura che esigono solo di essere conosciute, riconosciute e rispettate.

Da quel “parlatorio” non è uscito un lampo di logica che doveva dire: “L’iscrizione della pillola RU 486 nel registro dei farmaci è un fatto anomalo, che non sta né in cielo né in terra, perché non è un farmaco, dato che la maternità non è una malattia, ma un fatto meraviglioso che dà origine ad una persona umana, ma è semplicemente un veleno.  Se è ritenuto un delitto mettere gocce di veleno in una tazzina di caffè e mandare un uomo nell’altro mondo, perché non è ritenuto delitto, dalla legge civile, l’uso di una pillola che ha lo stesso effetto?


        Dal “parlatorio” invece è uscita invece una sentenza grottesca, secondo cui la funesta pillola è inserita nel programma di protezione della maternità. In realtà è invece la distruzione della maternità.

        Se in quel gruppetto ci fosse stato qualcuno esperto in Filosofia del Diritto, avrebbe potuto dire qualcosa di molto più importante, avrebbe potuto citare la dottrina di Adolfo Hart che, dopo aver distinto nettamente il Diritto dalla Morale, ha affermato che la morale può criticare tutte le leggi; anzi ogni norma per poter diventare legge positiva, deve avere un minimo contenuto etico, e questo minimo è il rispetto della vita. Dunque la norma che permette l’aborto non potrebbe neppure diventare legge. In Parlamento c’è qualcuno che sa questo?.

        Ciò premesso, altamente lodevole e doveroso l’impegno del nuovo governatore del Piemonte, Roberto Cota,  che intende “verificare come e se sia dovuto l’inserimento della Ru 486 nel prontuario regionale dei farmaci.   Ma un veleno non è un farmaco.

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