Statistiche Pane al pane - Pane al pane

sessantotto ultima rivoluzione? - Pane al pane

titolo sito
Vai ai contenuti

sessantotto ultima rivoluzione?

articoli

SESSANTOTTO
ultima rivoluzione ?


    

Sono passati quarant’anni da quel famoso ’68 che, come tutte le rivoluzioni, voleva cambiare il mondo. E’stata l’esplosione di idee che, a poco a poco, hanno fatto aumentare la pressione generata dai problemi sociali e che hanno radici lontane.

        La rivoluzione protestante ha a rifiutato l’autorità del Papa; la rivoluzione francese ha tagliato la testa al re; la rivoluzione del ’68 ha rifiutato tutte le autorità, compresa quella paterna e della famiglia.

        La rivoluzione protestante che voleva riformare la Chiesa, l’ha spaccata e ha dato origine a più di trecento piccole confessioni o religioni diverse; quella francese ha decapitato 1343 cittadini, oltre che il re e la regina, e poi fu seguita dall’autorità di un imperatore: Napoleone.  La rivoluzione del ’68 voleva libertà e riforme. Ha cominciato a prendersi la libertà senza limiti in tutti i campi (pratica molto comoda ed egoistica) e quanto alle riforme per migliorare la società, poco o nulla (perché le riforme richiedono studi, competenza, coraggio e sono molto scomode).

        Ricordiamo lo slogan famoso predicato dai caporioni: proibito proibire. E’ difficile superare il contenuto di stupidità di queste due parole (peggio che affermare che il circolo è quadrato). Infatti i rivoluzionari, per cambiare il mondo, dovevano proibire agli altri di conservare le proprie idee e i loro costumi. Senza regole non esiste né può esistere nessuna società. Ogni società è l’accordo di più persone di fare qualcosa, quindi la regola minima è mettersi d’accordo a non fare il contrario. Questa intesa o norma è una legge.  Tutte le leggi, veramente umane, sono limiti, ciòè proibizioni di azioni che sono contro la vita e i suoi diritti.

        Quindi proibito proibire, significa proibire di fare leggi e rifiuto di quelle esistenti. Due parole che fanno esplodere il cervello, uccidono la ragione, che distingue l’uomo dall’animale, e distruggono ogni società civile.

        E’ un mistero della debolezza umana che tanti uomini abbiano accettato l’errore del comunismo, del nazismo, del fascismo, del ’68.  Guardiamoci attorno: dopo quarant’anni la società occidentale è migliorata?  Il rifiuto delle leggi suggerite dalla ragione non favorisce il prevalere degli istinti più bassi, superbia, avarizia, lussuria, gola, invidia, falsità?


        L’azione perfida del ’68 non solo ha rifiutato l’autorità dei genitori, degli insegnanti, della Chiesa, ma ha distrutto nell’intimo di una generazione il concetto della necessità delle leggi, come freno degli istinti peggiori. Da questo sono nate le calamità del nostro tempo: sessualità libera come minaccia della famiglia naturale; la peste della droga, la strage dell’aborto, il buio del relativismo che toglie ogni certezza alla politica, alla scuola, all’economia, e lo spettro della povertà che sembra inconcepibile con l’enorme progresso della scienza e della tecnica.        

L’acqua velenosa del ’68 inquina ancora oggi la famiglia. I genitori di oggi, se come sessantottini hanno rifiutato l’autorità del padre, come se la cavano oggi con i loro figli? I professori che allora, all’università, hanno preteso il voto “sei” politico, senza aver studiato, quale insegnamento e formazione possono dare ai nostri giovani? E i medici, e i chirurghi?  I mass media, stampa, cine, TV, internet, che sarebbero mirabili strumenti di cultura e di educazione, non sono in gran parte lenti d’ingrandimento delle cose più banali, stupide, piccanti se non macabre e corruttrici, e con la squallida esca dei soldini?

        Molti studiosi della società temono che il mondo occidentale sia in agonia perché disorientato (che fatica fare l’unione europea!), minacciato dal terrorismo, indebolito dalle poche nascite, soffocato dall’estremo oriente in espansione.

        Già intorno agli anni venti del secolo scorso Osvaldo Spengler, filosofo tedesco, nella sua grande opera “Tramonto dell’Occidente”, aveva già fatto riflettere l’Europa sui pericoli che la minacciavano.

   Ma il rimedio c’è ed è stato già proposto da validi pensatori: il ritorno al buon senso, che non è il ritorno al passato, ma il ritorno alle verità eterne dimenticate. L’umanità può camminare solo sulle sue gambe naturali: ragione e virtù, che esigono l’osservanza di buone leggi.

        Se è un ritorno, è un ritorno sulla buona strada . Il fuoco è una scoperta antica, ma ce ne serviamo benissimo anche oggi, perché è una scoperta di valore eterno. Ogni tanto un gruppo di persone, di fronte ai problemi veri, perde il lume della ragione e fa una rivoluzione; invece di restaurare una casa antica, la demolisce e poi non è capace di costruirne un’altra. L’oscuramento della ragione produce dei mostri.

        La cultura e la virtù, fondamenti della felicità umana (Socrate, Platone, Aristotele) sono scoperte antiche, ma non superate, perché sono scoperte di valore eterno, fino ad oggi meravigliosamente conservate e proposte dal messaggio cristiano.


        Quindi proibito proibire, significa proibire di fare leggi e rifiuto di quelle esistenti. Due parole che fanno esplodere il cervello, uccidono la ragione, che distingue l’uomo dall’animale, e distruggono ogni società civile.

        E’ un mistero della debolezza umana che tanti uomini abbiano accettato l’errore del comunismo, del nazismo, del fascismo, del ’68.  Guardiamoci attorno: dopo quarant’anni la società occidentale è migliorata?  Il rifiuto delle leggi suggerite dalla ragione non favorisce il prevalere degli istinti più bassi, superbia, avarizia, lussuria, gola, invidia, falsità?

        L’azione perfida del ’68 non solo ha rifiutato l’autorità dei genitori, degli insegnanti, della Chiesa, ma ha distrutto nell’intimo di una generazione il concetto della necessità delle leggi, come freno degli istinti peggiori. Da questo sono nate le calamità del nostro tempo: sessualità libera come minaccia della famiglia naturale; la peste della droga, la strage dell’aborto, il buio del relativismo che toglie ogni certezza alla politica, alla scuola, all’economia, e lo spettro della povertà che sembra inconcepibile con l’enorme progresso della scienza e della tecnica.        

L’acqua velenosa del ’68 inquina ancora oggi la famiglia. I genitori di oggi, se come sessantottini hanno rifiutato l’autorità del padre, come se la cavano oggi con i loro figli? I professori che allora, all’università, hanno preteso il voto “sei” politico, senza aver studiato, quale insegnamento e formazione possono dare ai nostri giovani? E i medici, e i chirurghi?  I mass media, stampa, cine, TV, internet, che sarebbero mirabili strumenti di cultura e di educazione, non sono in gran parte lenti d’ingrandimento delle cose più banali, stupide, piccanti se non macabre e corruttrici, e con la squallida esca dei soldini?

        Molti studiosi della società temono che il mondo occidentale sia in agonia perché disorientato (che fatica fare l’unione europea!), minacciato dal terrorismo, indebolito dalle poche nascite, soffocato dall’estremo oriente in espansione.

        Già intorno agli anni venti del secolo scorso Osvaldo Spengler, filosofo tedesco, nella sua grande opera “Tramonto dell’Occidente”, aveva già fatto riflettere l’Europa sui pericoli che la minacciavano.

   Ma il rimedio c’è ed è stato già proposto da validi pensatori: il ritorno al buon senso, che non è il ritorno al passato, ma il ritorno alle verità eterne dimenticate. L’umanità può camminare solo sulle sue gambe naturali: ragione e virtù, che esigono l’osservanza di buone leggi.

        Se è un ritorno, è un ritorno sulla buona strada . Il fuoco è una scoperta antica, ma ce ne serviamo benissimo anche oggi, perché è una scoperta di valore eterno. Ogni tanto un gruppo di persone, di fronte ai problemi veri, perde il lume della ragione e fa una rivoluzione; invece di restaurare una casa antica, la demolisce e poi non è capace di costruirne un’altra. L’oscuramento della ragione produce dei mostri.

        La cultura e la virtù, fondamenti della felicità umana (Socrate, Platone, Aristotele) sono scoperte antiche, ma non superate, perché sono scoperte di valore eterno, fino ad oggi meravigliosamente conservate e proposte dal messaggio cristiano.


Torna ai contenuti