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LIBERTA’  DI  STAMPA



       
Il popolo che col suo voto si è dato un Governo, ha il diritto di controllare se questo Governo mantiene le promesse fatte. La stampa è il portavoce dell’opinione pubblica soltanto se è libera di sostenere o criticare il Governo.  Naturalmente deve rispettare la norma morale di dire la verità.

        La libertà di stampa deve rispettare dei limiti per il bene dello Stato e della società. Non può divulgare i segreti dello Stato, dell’esercito, dalla polizia, dei brevetti industriali, dei segreti professionali dei medici e degli  avvocati.

        E’ in circolazione un’idea errata e dannosa della libertà di stampa, secondo la quale “la stampa ha il diritto di pubblicare ogni notizia di cui è venuta in possesso in qualsiasi modo”.

        Non hanno una stampa libera gli Stati governati da una dittatura, perché questa non permette critiche che potrebbero creare un’opposizione al Governo e il crollo della dittatura.

        Però anche negli Stati democratici il mondo della stampa crea tanti problemi; sovente è una guerra di parole che genera guerre di piazza, nel malcontento generale. La stampa può schierarsi a difesa del Governo e diffonde le notizie delle cose buone, fatte o progettate dal Governo. La stampa, schierata con l’opposizione, diffonde le notizie degli errori del Governo, delle promesse non mantenute, dà voce agli scontenti e dice semplicemente tutte le cose che si devono fare.  Però la funzione della stampa d’opposizione è molto comoda: nessun Governo riesce ad accontentare tutti e dire le cose da fare è molto facile. Ogni Governo è costretto a misurare l’enorme distanza che c’è tra il DIRE e il FARE, perché la coperta è sempre troppo stretta in Italia, in Europa e in America. I problemi sono gli stessi per una destra o una sinistra.


        Il frequente cambio di Governo non migliora la situazione, anzi crea l’instabilità di Governo, che è una triste malattia delle nazioni, perché un Governo di breve durata ha appena il tempo di fare dei progetti, ma non di portarli al termine, com’ è avvenuto in Italia per la metà del secolo scorso.

        Il buonsenso esige che si tenga conto del fatto che ogni Governo prima di tutto deve fare buone leggi, ma poi i cittadini devono rispettarle. Di tanti mali non sono responsabili i mille parlamentari che sono a Roma, ma i mille cittadini che evadono le tasse, portano i soldi all’estero, creano banche e poi fuggono col malloppo, stampano moneta falsa, fanno abusivi edilizi, inquinano l’ambiente, sostengono la mafia, creano invalidità fasulle, vendono lauree e diplomi, bollano il cartellino poi vanno a spasso  e simili.

        Uno stato è virtuoso solo quando è la somma delle virtù dei cittadini. E’ più facile cambiare i Governi che liberarsi dai vizi di tanti cittadini.


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