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UNA  PREGHIERA  GIOIELLO


       

Questa preghiera si trova nel libro LE CONFESSIONI, in cui S. Agostino racconta la sua vita. S. Agostino è nato a Tagaste in Africa nel 354. Nato da madre cristiana visse da pagano in gioventù, vittima delle passioni incontrollate Ebbe un figlio, Adeodato. Fu insegnante di retorica a Roma e a Milano dove, nel contatto con S. Ambrogio, maturò la  sua conversione al cristianesimo. Entrò nella nuova religione con il bagaglio della sua fortissima personalità . Tornato in Africa diventò sacerdote poi vescovo. Per le sue lotte contro gli eretici e gli scritti di  teologia fu dichiarato dottore della Chiesa.

        La preghiera che vogliamo esaminare è scritta in latino, in uno stile quasi barocco, che si compiace di ripetizioni, simmetrie e contrapposizioni . Infatti, troviamo queste espressioni: troppo tardi, troppo tardi, antico e nuovo, dentro e fuori, bellezza e bruttezza, chiamata e grido, luce e fulmine, profumo e respiro, tocco e incendio.


        In questa preghiera in cui Dio è visto come bellezza, è presente l’intuizione di Aristotele, che ha parlato di Dio come perfezione somma e bellezza che attira a sé ogni essere; dottrina contenuta nell’espressione di “motore immobile”. Qui c’è dunque filosofia. Poi c’è la teologia con la dottrina della Grazia, quando afferma che da Dio vengono le chiamate e le luci che portano l’uomo alla fede.

        I contenuti sostanziosi di questa preghiera sono esposti in una cornice di alta poesia, prezioso saggio della cultura, del calore, della sensibilità del grande S. Agostino, definito, giustamente, contemporaneo di ogni generazione.

        Ecco la preghiera che, dopo il Padre nostro e l’Ave Maria, ogni cristiano potrebbe recitare per ravvivare la sua fede:

       

Troppo tardi ti ho amato, bellezza tanto antica

e pure sempre nuova, troppo tardi ti ho amato.

        Ed ecco che Tu eri dentro di me, e io fuori di me

e nelle cose belle che Tu hai creato, io, brutto, mi ero gettato.

        Mi tenevano lontano da Te quelle cose che, se non fossero sostenute da Te, non esisterebbero affatto.

        Tu hai chiamato, hai gridato, e hai guarito la mia sordità.

        Hai mandato una luce, un lampo, e hai vinto la mia cecità.

Hai mandato un profumo, l’ho respirato, e desidero soltanto Te.

Mi hai appena toccato e si è acceso in me il desiderio di riposare nella Tua pace.

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