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voto di poverta'

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VOTO  DI  POVERTA’ ?


      
 Se c’è una cosa che oggi sia difficile da capire è il voto di povertà. Oggi il mondo è terrorizzato dalla “paura di povertà”. Il voto di povertà è ancora oggi incluso nelle costituzioni di molti ordini religiosi. Dopo un periodi di riflessione e di prova, chi vuole far parte di quell’istituto religioso emette il voto di povertà, cioè rinuncia al possesso di qualunque cosa, e trasmette ogni suo avere, mobile o immobile, alla comunità di cui fa parte. Tutto ciò di cui si serve, ambienti, strumenti, abiti, sono “ a suo uso” non di sua proprietà.

        Questa pratica, fuga dal mondo, vita in solitudine, distacco dai beni terreni per cercare una migliore unione con Dio, era già praticata dai “Padri del deserto”. Ma chi ha lanciato, in pieno medioevo, il messaggio, forte, strabiliante per la sua novità, è stato quello di S. Francesco d’Assisi che, con sentimento originale e pratico, ha dichiarato di sposare “Madonna povertà” . Madonna  nel senso di metterla sullo stesso livello delle grandi e ricche signore del suo tempo. Un significato nuovissimo e sconvolgente, subito applicato da S. Francesco, che ha folgorato tanti giovani del suo tempo, che hanno seguito il suo esempio, e con lui hanno fatto una grande comunità.

        La scelta di S. Francesco non è stata una strana fantasia di un uomo originale, ma è stata la medicina unica e radicale per tutte le violenze del suo tempo, le continue guerre per conquistare terre, potenza e denaro.

        Il voto di povertà può sembrare la morte del progresso, perché chi non ha denaro non può comperare ciò che viene prodotto per essere venduto. Invece è avvenuto che queste comunità di persone che hanno fatto voto di povertà, hanno costruito meraviglie di monasteri, abbazie, cattedrali, hanno dissodato terreni e prodotto grano, vino e olio per le loro necessità e per i poveri che bussavano alle loro porte.

        Questi ordini religiosi, benedettini, francescani, domenicani. gesuiti, camilliani, salesiani e molti altri, che sono la parte migliore della Chiesa, fanno come le api: producono il miele di tante opere sociali, poi, ogni tanto, arriva un Napoleone o un Siccardi, che prendono il miele: palazzi e conventi, per altri usi.

        Oggi è di moda un altro messaggio: “cerca di sposare madonna ricchezza”. La conseguenza è che restano, forse peggiorate, tutte le lotte, le guerre, le frodi, i delitti del medioevo.  Il bello, anzi il brutto, è che i popoli ammaliati dal sogni della ricchezza, sono governati da alcuni di loro “pure ammaliati dalla ricchezza” per cui, appena arrivati al Governo, fanno le leggi per se stessi, con tanti denari di stipendi, servizi, privilegi, pensioni che gridano vendetta al cospetto di Dio.  Lavorano poco, guadagnano e si divertono molto, e con le leggi impongono tasse a quelli che lavorano molto e si divertono poco.

        Gli Italiani non volevano il finanziamento statale dei partiti, ma questi, da bravi nemici del popolo, hanno preso il triplo del non-dovuto e allegramente lo spendono per vanità, capricci e vizietti dei caporioni.

        L’attuale crisi che fa soffrire tanti stati del mondo, è causata dai possessori di grandi capitali, uomini o società che, schiavi della maledetta sete dell’oro, spostano questi capitali in cerca d’interessi sempre maggiori , incuranti dei turbamenti che avvengono nella società.

        Sembra un paradosso che dal voto di povertà nasca la ricchezza, e dal voto di ricchezza nasca la povertà. Però una riflessione può fare luce.  Negli Ordini religiosi, ognuno non lavora per se stesso, ma per gli altri, le comunità, che, così, ha i mezzi per fare grandi opere. Il cittadino privato lavora e risparmia solo per se stesso e i patrimoni restano isolati e divisi, non adatti alla progettazione di grandi opere. Se poi è diffuso il peccato di evasione fiscale, lo Stato non ha i mezzi per creare le opere di assistenza necessarie, quindi gravi turbamenti sociali, se non violente rivoluzioni.

        Un rimedio, se un rimedio c’è per i troppi cervelli malati del tumore della pecunia, sarebbe di votare e mandare al Governo solo chi ha fatto il voto di povertà e lo pratica.  E’ una proposta provocatoria e quasi ridicola, ma non troppo.

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