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il maestro ideale (III) - Pane al pane

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il maestro ideale (III)

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IL  MAESTRO IDEALE
(terza parte)


L’ultima ora della settimana era soltanto uno zuccherino, ma riusciva ad addolcire e migliorare tutto il resto della settimana.

        Durante l’intervallo della mattinata gli alunni di tre classi affluivano nel corridoio. Erano circa 60 ragazzi in movimento, liberati dal silenzio delle lezioni. In quei pochi minuti alcuni insegnanti andavano a prendere il caffè. Il nostro Maestro rinunciava per tenere d’occhio, discretamente,  anche gli alunni delle altre classi.

        A proposito di fotografie il maestro ideale ha eseguito il ritratto di ogni suo alunno, poi l’ha consegnato a loro, ma destinato ai genitori con due parole di saluto. Il fatto è stato molto apprezzato dai genitori, grati al maestro per l’ “attenzione” dell’insegnante per i loro figli.

        Vengono le feste e le vacanze di Natale. Il maestro le trascorre in Liguria dove ha l’occasione di raccogliere tante pigne ancora verdi. Tornato a scuola dice: “Ragazzi, in queste vacanze ho pensato a voi: ho raccolto le pigne di abete bianco  che ora  vi do. Sono la vostra immagine: voi siete ancora pigne verdi che dovete maturare per aprirvi alla vita. Nessuno può farvi maturare se voi non lo volete. Però sentite già un buon profumo. Forza, ragazzi”.

        L’insegnante di Lettere deve anche tenere lezioni di educazione civica. A volte, queste sono collocate nelle ultime pagine delle antologie e rischiano di non essere studiate. Il nostro Maestro le giudica molto importanti, perché sono parte di quella educazione morale che già Quintiliano aveva proposto prima della formazione culturale.   Si può iniziare con qualche lezione sui segnali stradali: protezione della persona e traffico ordinato. Poi una norma molto semplice: “non gettare carta per terra”. A questo proposito il maestro dice: “Ragazzi, lasciamo l’aula pulita: non lasciamo carta per terra, portiamo tutto in questo cestino. Rendiamo più facile il lavoro dei  bidelli”.  E i bidelli notano la differenza tra un’aula e l’altra.

        A proposito delle lezioni di educazione civica il nostro Maestro ha un’idea geniale. La scuola è affiancata da un bel prato verde che non è proprio pulito. Con i dovuti permessi, porta nel prato i suoi alunni, li dispone uno accanto all’altro e ai due estremi due bidelli con i sacchi per i rifiuti. I ragazzi avanzano lentamente depositando i rifiuti nei sacchi, se vi sono rifiuti di vetro o di natura sospetta il Maestro avverte di non toccarli, perché li riserva a sé. Alla fine il prato è perfettamente pulito.  Però, dato che la voglia di fare i dispetti è un grande divertimento per i monelli, da un’aula del primo piano alcuni ragazzi hanno fatto cadere sul prato mille pezzi di carta.  Dalle finestre dei palazzi di fronte alla scuola alcune persone hanno visto i fatti e i misfatti. Hanno telefonato alla Preside della scuola che ha risolto il problema: il prato è tornato pulito e il fatto esemplare è stato ricordato per tanto tempo.

        Il nostro Maestro, buon conoscitore di Parigi, ha organizzato, per una decina di colleghi due settimane di vacanze in quella città, centro importantissimo della cultura europea.  (continua)                                                            

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