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scimmia e scimmiotto fatti e leggi di natura

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SCIMMIA  E  SCIMMIOTTO
fatti e leggi di natura


        Lo scimmiotto appena nato non sa nulla, impara tutto dalla mamma: mangiare, arrampicarsi, difendersi, fin quando diventa adulto e autonomo.

      

        Così il bambino impara dalla mamma, o da chi lo educa, a parlare, camminare ed entrare nella società.  Non ha cultura, ma ha già gli istinti: fame, sete, piacere, paura, dolore. Si può dire che tutti i neonati sono selvaggi nel senso che non conoscono nulla della civiltà che ci aiuta a vivere bene personalmente e insieme agli altri.

        Il bambino viene educato quando viene aiutato a controllare i suoi istinti, per soddisfare quelli che conservano e migliorano la vita (per esempio mangiare), e controllare quelli che danneggiano o tolgono la vita (per esempio  mangiare troppo o giocare col fuoco o con le armi).

        Fin quando deve durare l’educazione?  Fin quando il giovane è in grado di vivere in modo ragionevole e civile, senza più l’aiuto dell’educatore. Oggi si pensa che sia maggiorenne, cioè responsabilmente libero e maturo, chi ha raggiunto i diciotto anni, ed è un criterio utile per fare le leggi. In realtà vi sono giovani maturi qualche anno prima e uomini immaturi anche a cinquant’anni.


        

        Ad ogni modo l’educazione è un dono dell’uomo maturo all’immaturo e non viceversa. Non è il bambino che deve ordinare ai genitori che mestiere devono fare o come vestirsi o cosa mangiare, ma viceversa. I bambini e i giovani bisogna ascoltarli, senza considerarli maggiorenni prima del tempo e lasciar prevalere sempre la loro volontà.

        Quando entriamo nell’ospedale abbiamo diritto alle cure necessarie, ma non diventiamo padroni dell’ospedale, né ordiniamo ai medici le medicine che essi devono prendere, ma il contrario.  In tribunale non possiamo giudicare il giudice, ma il giudice giudica noi. Così, nella scuola, lo studente entra non come padrone o maestro, ma col diritto di imparare e il dovere di rispettare i diritti degli insegnanti e dei propri compagni.

        Parlando del mondo militare, è pazzo il caporale che voglia dare ordini al generale. Si tratta di leggi di natura. Eppure una violazione di tali leggi di natura avviene nella scuola italiana ogni volta che gli studenti “occupano la scuola” . bloccano il corso delle regolari lezioni, impediscono agli insegnanti di svolgere il loro lavoro, per cui sono pagati, violano il  diritto dei compagni di frequentare le lezioni, vietano agli insegnanti di entrare nelle aule dove fanno “autogestione”. Autogestione, in realtà, si riduce a baraonde o chiacchiere senza senso, dominate da bulli arroganti.  L’occupazione delle scuole è un passo verso la barbarie, vergogna di ogni governo che rende obbligatoria l’istruzione per legge, e non punisce chi paralizza la vita della scuola.  Oggi  lo scimmiotto pretende di insegnare alla scimmia. Mistero della politica italiana, cattedrale di parole consumate, fabbrica di leggi che favoriscono l’arroganza degli istinti e accecata dall’idea perversa che il  buon senso sia una tradizione superata.  

        

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