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la storia di una parola

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LA  STORIA  DI  UNA  PAROLA



      
Tutte le parole hanno una storia. Per alcune è breve: padre e madre, da sempre, indicano la stessa cosa, in tutte le lingue.

        Vi sono parole, invece, che hanno una storia lunga perché, col passare del tempo e il cambiamento delle mentalità, hanno avuto significati diversi, anche perché la parola ne aveva più di uno.

        Una parola che ha una lunga storia è la parola “amore”.  Nell’antichità classica l’amore, denominato Eros, era concepito come un essere mitologico nato dal Tartaro e dalla Notte. Poi con Socrate divenne Filìa, cioè pensiero e sentimento fra anima e anima. Per Platone è l’incontro della bellezza con l’anima. Di fronte alle forme belle, se l’uomo non cerca nulla al di fuori di essa, si ferma all’amore sessuale; se invece dall’amore di un corpo bello passa all’amore di tutti i corpi belli, alla bellezza delle anime, delle istituzioni, delle scienze, fino alla scienza del bello assoluto, allora l’uomo possiede l’amore puro, molto più eccellente dell’amore sessuale.

        L’amore cristiano, secondo il Vangelo, non è motivato da ciò che è bello o piacevole, ma è un atto di libera volontà che si proietta amorosamente su tutto il creato, opera dell’amore di Dio.  L’amore per il creato porta all’amore per il suo Autore, e questo amore non può fermarsi alla teoria, ma deve tradursi nella pratica.  Quindi chi ama il prossimo per amor di Dio deve dare al prossimo tutto ciò che è necessario per una vita degna.  Questo amore si estende agli animali e a tutti i regni della natura.

        Esempio di questo amore fu Madre Teresa,  che non cercava il bello o il piacevole nei poveri di Calcutta.  Già S. Agostino insegnava: “Non vedendo tu ancora Dio, è amando il prossimo che tu meriti di vederlo.

        Durante l’Umanesimo e il Rinascimento l’amore ha avuto diverse interpretazioni, dall’eros platonico o dalla caritas  cristiana.

        Il progresso delle scienze fisico-matematiche considera l’amore un puro fatto psichico che va studiato come i fenomeni fisici, indipendenti da considerazioni di filosofia o di teologia.  All’epoca del romanticismo è prevalsa l’idea che l’amore va collocato in una sfera d’illimitata libertà, piacevole oblìo. “estasi profana”.   Vi è anche la teoria che l’amore sia lo scopritore dei valori per cui rende amabile ciò che in un primo momento tale non appare.

        Nell’esistenzialismo ateo di Sartre è detto che “l’amore non è Dio, perché Dio non è,  e in conclusione gli altri sono l’inferno”.  Possiamo salvarci da questo nulla solo accettando l’amore del Vangelo.


        L’amore nell’uomo, anche nato dal puro sentimento, può essere nobilitato se collegato con le facoltà più preziose dell’uomo: ragione, volontà, generosità, comprensione, fedeltà, gratitudine, pazienza, ispirate dalla religiosità. Senza questi collegamenti l’amore puramente istintivo può finire e provocare quelle reazioni estreme, oggetto della cronaca nera che rattrista tutti.

        L’amore è da coltivare come la più bella delle arti belle.

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