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povera morale laica

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POVERA MORALE LAICA



        Apprendo da Vita Casalese che il ministro dell’Educazione Nazionale francese, Vincent Peillon obbliga docenti e studenti ad illustrare e applicare una “carta della laicità”.

        Laico, in questo caso, significa indipendente da ogni motivo religioso che, in Europa, significa indipendente dalla religione cristiana, sia cattolica che protestante od ortodossa.
Il punto di partenza di questa laicità è il  rispetto assoluto della libertà di coscienza e per ottenerla bisogna liberare l’allievo da ogni determinismo familiare, etnico, sociale, intellettuale.
Cominciamo a notare che un bambino, quando nasce, ha una capacità di capire simile ad una lavagna su cui non è scritto nulla. Ogni giorno, pian piano, prende conoscenza dell’ambiente in cui vive: la luce, il buio, la mamma, il papà, la fame, il dolore.  I genitori, oltre la protezione materiale, comunicano con carezze, sorrisi e parole. Prestissimo inizia l’opera di educazione, con i suoi sì e i suoi no.  Quando il bimbo va a scuola, sulla lavagna della sua mente sono già scritte molte cose, appunto di carattere familiare, etnico, sociale, intellettuale, che il signor Peillon vuole cancellare “per dargli assoluta libertà di coscienza ”

        Mi pare che il signor Peillon, anche se è un filosofo, cada in una grossolana contraddizione perché insegna che “la laicità è un principio di tolleranza”.  Che  cosa tollera se vuol fare tabula rasa di tutte le nozioni che sono nella mente e nella coscienza del giovane, di “carattere familiare, etnico, sociale, intellettuale”?  Se vuole cancellare tutte queste determinazioni, deve – per logica -  concludere che è impossibile la trasmissione della cultura da una generazione all’altra, perché la cultura è proprio la trasmissione di valori di “carattere familiare, etnico, sociale, culturale”.

        L’idea del signor Peillon di dare ai giovani “assoluta libertà di coscienza” significa che ciascuno crea la propria moralità, senza confrontarsi con la moralità degli altri; così il mondo sarebbe pieno di persone che hanno valori e moralità diverse, facilmente in contrasto. Così il concetto di società o convivenza, che richiede di essere d’accordo su qualche cosa, sarebbe cancellato e la società potrebbe diventare un covo di serpenti o una casa di pazzi.

        La morale del signor Peillon cancellerebbe tutte le leggi degli Stati civili perché difendono determinati valori, che devono essere rispettati da tutti e i tribunali non possono giudicare le persone in base alle loro morali personali diverse od opposte.

        Se la morale laica non propone ai giovani nessun valore da rispettare e rifiuta i valori e le  esperienze delle generazioni passate,  lascia i giovani senza orientamenti.  Se propone qualche valore, dovrà proporre i valori VITA, LIBERTA’,VERITA’.   A questo punto s’incontra con una norma nota da circa quattromila anni:  “Non uccidere, non rubare , non mentire”.

Ai giovani bisogna proporre l’amore per la vita propria e per quella degli altri. Norma di vita nota da duemila anni nella preziosissima sintesi “ama il prossimo tuo come te stesso” .

       Chi desidera approfondire l’argomento scriva su internet le parole “morale laica”  e precisamente nel settore “quale fondamento ha la morale laica” e troverà una lezione interessante,  con una bellissima e convincente conclusione:

“Persa la sua dimensione comunitaria, l’io  (nella morale laica) si riduce così ad una monade isolata , che non opera più per il bene comune e, non riuscendo nemmeno a raggiungere la propria felicità, sprofonda in una solitudine sempre più abissale”.
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