luna
Recensione del prof. Tommaso Schivo
critico letterario
Premetto di non aver mai amato molto i romanzi, allettato e spinto da altri tipi di studi e di letture.
Tuttavia ho letto, con spirito critico, ma con molto piacere “L’altra faccia della luna” della Prof. sa Biedermann e ne ho avuto impressioni vivissime, tanto che mi riesce difficile, a chiusura del libro, mettere ordine nelle molteplici e sempre ricorrenti sensazioni provate durante la lettura.
Infatti il romanzo, lungo i 47 capitoli di cui è composto, è sempre vivace e vivo nella trama e nelle vicende inesauribili che legano fra loro i personaggi.
Romanzo drammatico, triste, romanzo del dolore, della inflessibilità del destino, dell’atroce negazione della felicità, appena questa ha fasciato, per un attimo, ogni personaggio. E da qui nasce il “leit motiv” del romanzo, la ragione degli avvenimenti e del titolo stesso che resta, per così dire, misterioso e atteso sino all’ultima pagina, in cui se ne legge la chiave simbolica: “Gli avvenimenti umani sono come la luna. Vediamo qualcosa, ma c’è sempre un lato nascosto che solo Dio conosce”. (Cap. XLVII).
E nel libro il vento della morte soffia costantemente nella fragile esistenza dei personaggi. “L’amore e la morte sono due forze gemelle che non guardano in faccia a nessuno. A chi tocca, tocca”.(Cap.XXXVI).
Come nei “Malavoglia” del Verga ogni sorta di disgrazia, di sventura e di disfatta piomba su questa famiglia. Più che un accanimento feroce del caso contro le stesse persone, c’è in questo romanzo, la rappresentazione della vita umana una specie di ipotiposi del negativo; c’è, insomma, tutto il dolore del mondo, quello che i Tedeschi chiamano Weltschmerz e il tutto è analizzato attraverso episodi ben armonizzati fra loro, in un determinato momento storico e politico italiano, che fa di queste pagine sofferte, anche un’opera realistica e insieme piena di pathos e di sentimento, non priva di una grande validità di analisi e di sintesi.
Oltre ad uno stile scorrevole, chiaro, condotto bene, facilmente fruibile ed appagante, nei momenti di pienezza del ritmo e nelle necessarie stasi della narrazione, si assiste ad una flessuosa alternanza di tensione e riflessione, come afferma l’autrice, quando dice: “Dopo la musica di Beethoven, il silenzio che segue è ancora di Beethoven”. Questa tensione psichica accanto alla contemplazione pacata della bellezza del mondo o a quella più intellettualistica e professionale dell’arte, rappresenta una riuscitissima polifonia fra l’azione dei protagonisti e lo sfondo dei quadri naturali in cui agiscono: meravigliose descrizioni paesaggistiche e cromatiche, artistiche e culturali che si susseguono senza mai stancare, senza appesantire il discorso e con tale grazia da richiamare alla mente visioni di monumenti ed opere immortali dell’arte, scorci montani e di campagne allettanti, in cui è bello ritrovarsi ogni volta con la mente o con la memoria e di cui si gode come se noi stessi vi partecipassimo di persona.
Infine, e non è particolare da poco né da dimenticare, il libro è ricco di osservazioni interiori, di massime, di riflessioni psicologiche, di analisi ponderate, proprie di chi ha affondato molto intensamente la vanga della conoscenza e della propedeutica nella terra feconda della vita e dell’umana sofferenza.
Romanzo psicologico intenso, dunque; forse persino troppo ricco di avvenimenti funesti e dolorosi e frequenti come una maledizione, ma anche ricco di saggezza e di capacità introspettiva. I primi non appagano sempre, opprimono, anche se ci richiamano al terribile tema della vita; queste attraggono e rendono piacevole ed appagante la lettura.
Infine, e non è particolare da poco né da dimenticare, il libro è ricco di osservazioni interiori, di massime, di riflessioni psicologiche, di analisi ponderate, proprie di chi ha affondato molto intensamente la vanga della conoscenza e della propedeutica nella terra feconda della vita e dell’umana sofferenza.
Crede nell’esistenza di Dio e spera in un mondo migliore.
Dott. Piero Gribaudi
Editore
Contrassegno € 15,00.