la vita
Quel piccino
che guarda in giù
il funerale
col visino tra i ferri
del suo balcone
è ancora davanti a me
come una visione.
Guarda i fiori tremanti
sul carro nero,
le fiammelle ondeggianti
sopra ogni cero
e segue con occhioni lucenti
quei grandi giocattoli viventi.
O piccino
dai riccioli biondi
dalle gote fiorenti
c'è già un posto per te
sotto i pini,
c'è una croce
per te preparata,
c'è la cassa, c'è già,
imbottita,
coi fiori, coi ceri, coi pianti.
Quanta cenere vedo
sul tuo visino
nei capelli
negli occhi
sul corpo bambino !
Ma sei vivo
ti muovi
sei vivo.
Ti diverti
col gatto
e con l'acqua,
hai la palla
un giocattolo nuovo
le scarpine
il cappello piumato:
hai un mondo
già tutto per te.
Ma il tuo mondo,
o piccino,
ogni giorno morrà:
ne vorrai uno nuovo
ogni giorno,
più grande più bello
più ricco e più strano.
Chissà cosa vorrai
prima di stenderti
tranquillo
in un cimitero lontano !
Dal gattino alla morte
un'arcata gigante
io vedo,
un'arcata tremenda
pesante
di sogni, di voglie cattive
d'inutili pesi
di spine
cercate con cura
negli orti del mondo,
un arco di angosce
di vuoti, di pianti,
di oscuri silenzi.
Tu sei tutti,
mio piccolo uomo:
noi siam tutti
con te, come te,
un istante
sorpresi
dal fiume che passa,
dal fiume
di vita e di morte
che bagna la soglia
delle nostre porte.
E l'umano pensiero
senza una grande Luce
si perde nel mistero.